Succede nella vita di sentirsi perduti, finiti. Sentire che ci siamo frantumati in mille pezzi, girarci intorno e non sapere da che parte iniziare a raccoglierli. Tentiamo di ricostruire quello che si è rotto per farlo tornare il più possibile simile a com'era prima. Ma quei pezzi non riusciamo più a rimetterli insieme. Non combaciano in nessun modo. E non lo fanno perché in realtà non sono i nostri. Quei pezzi sono tutti i consigli saggi che abbiamo seguito negli anni, che sembravano così sensati, e invece ci portavano distanti dal nostro vero Io. Sono tutte quelle decisioni che abbiamo preso perché “sì dai, tanto è meglio così”, e però non era meglio così, era solo più comodo. “Tanto è una cosa piccola, le decisioni importanti sono altre.” E, piccola cosa su piccola cosa, siamo arrivati a un punto in cui l’intera vita che avevamo costruito non ci appartiene.
Poi, quando tutto crolla, ci disperiamo, non intuendo che, in realtà, è la nostra più grande fortuna. Le crisi ci fanno capire che stiamo sbagliando, che la strada che abbiamo deciso di percorrere non è quella giusta per noi. Se riusciamo a capire in tempo che ci stiamo tradendo, allora abbiamo buone possibilità di farcela. Il mio racconto inizia proprio da qui, dal tentativo di mettere ordine in una vita disordinata. Forse questa storia potrà sembrarvi assurda, ma io la racconterò esattamente com'è andata e, per farlo, partirò dall'inizio, da quel giorno che sembrava uno come tanti altri. E invece non lo era.
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