Avrei mentito, naturalmente. Mentivo molto, e a ragione: per proteggere la verità. Per salvaguardarla, come se indossassi gemme finte per non farmi rubare quelle vere, o per non sminuire il valore facendone un uso eccessivo. Conservavo gelosamente la verità che possedevo, perché le informazioni non erano cose. Erano incolori, inodori, prive di forma, e dunque indistruttibili. Non c'era verso di ritirarle o invalidarle, impossibile arrestarne la proliferazione. Raccontare a qualcuno un segreto era come infilare del plutonio in un busta di plastica da freezer: l'informazione sarebbe inevitabilmente sopravvissuta all'amicizia o all'amore o alla sfiducia cui la si era affidata. E a quel punto era come averla svelata.
Se il brano ti é piaciuto, condividilo con i tuoi amici:
Altri racconti su "Citazioni&Poesie"

La cosa migliore da fare quando si è tristi", replicò Merlino, cominciando a soffiare e sbuf...

Ripassò le parti del corpo dove poter posare la mano errante che non fosse sul cuore, se la mi...

PRIMO MAGGIO. BUONA FESTA A TUTTI I LAVORATORI Noi siamo sfidati a lavorare instancabilment...