Nella fatica possiamo ritrovare quel benessere che un corpo morto, intrappolato dietro una scrivania o incatenato a una macchina, ci ha tolto. Respirare forte nell’aria del mattino, mentre apriamo un solco nella terra umida di primavera, questo è un esercizio di salute! E nella rinuncia possiamo riassaporare quel piacere dell’avere quando si ha poco, del giorno di festa che non è tutti i giorni, della fame che ci accompagna a tavola e rende un piatto semplice degno di un re.
Se il brano ti é piaciuto, condividilo con i tuoi amici:
Altri racconti su "Citazioni&Poesie"
Subisco senza adattarmi, persevero senza abituarmi: sempre sconsolato, mai scoraggiato; so...
Tu mi spaventi, vecchio Marinaro! La tua scarna mano mi fa paura! Tu sei lungo, magro, bruno...
Nel rombo papà ha detto: "Non l'ho riconosciuto. Aiutatemi, vi prego, è mio figlio. E' fer...