Gli orari della vita dovrebbero prevedere un momento, un momento preciso della giornata, in cui ci si possa impietosire sulla propria sorte. Un momento specifico. Un momento che non sia occupato nè dal lavoro, nè dal mangiare, nè dalla digestione, un momento perfettamente libero, una spiaggia deserta in cui si potrebbe starsene tranquilli a misurare l'ampiezza del disastro. Con queste misure davanti agli occhi, la giornata sarebbe migliore, l'illusione bandita, il paesaggio chiaramente delineato. Ma se si pensa alla propria sventura tra due forchettate, con l'orizzonte ostruito dall'imminente ripresa del lavoro, si prendono delle cantonate, si valuta male, ci si immagina messi peggio di come si sta. Qualche volta, addirittura, ci si crede felici!
Se il brano ti é piaciuto, condividilo con i tuoi amici:
Altri racconti su "Citazioni&Poesie"
![](/images/Racconti/memoria.jpeg)
E invece, inutile negarlo, la memoria si sta allontanando, e ho già dimenticato troppe cose. N...
![](/images/Racconti/sconfitta_noi.jpg)
"Porta aperta, sì?" "Ma certo." E a quel punto rimasi da solo. Il pregio fondamentale della scon...
![](/images/Racconti/addio_armi.jpg)
Il mondo spezza tutti quanti e poi molti sono forti nei punti spezzati. Ma quelli che non sp...